Informarsi sulla sordità attraverso la Storia di Davide


La storia di Davide


La "storia di Davide" è la trascrizione di un'intervista fatta alla mamma di Davide, un bambino con problemi di sordità. Di seguito è riportata la "chiacchierata" rispettandone l'ordine.

Davide oggi ha 10 anni; Franca sua mamma, racconta che appena nato dormiva gran parte della giornata, si svegliava per mangiare poi subito si riaddormentava, non dava problemi anzi era particolarmente tranquillo. In famiglia  hanno cominciato ad insospettirsi facendo caso al fatto che il bambino non reagiva ai rumori, mentre prestava attenzione all'accensione della luce. A 7 mesi, utilizzando misurazioni audiometriche  gli è stata diagnosticata una sordità profonda bilaterale, subito sono state prescritte le protesi, che però ha portato con fastidio e spesso le toglieva.

Ha sofferto di otite e per questo ha avuto crisi convulsive, si metteva le dita nelle orecchie e spingeva tanto forte da cadere a terra. Per questo motivo è stato ricoverato ed operato, per un anno ha tenuto dei tubicini drenanti che dall'interno spurgavano le orecchie da pus e muco.

I suoi genitori decisi nel cercare una soluzione al fatto che Davide anche con le protesi non sentiva, hanno contattano diversi specialisti, con l'intenzione qualora fosse possibile di ricorrere all' impianto cocleare. Nell'Ottobre del 95 hanno avuto i primi contatti con l'ospedale Umberto I° di Roma, il 22 Novembre il primo appuntamento; i medici hanno visitato il bambino e hanno richiesto una risonanza magnetica (13 Dicembre). Il 10 Gennaio Davide e la sua famiglia sono chiamati a Roma e l'operazione è fissata per il 17 dello stesso mese.

L'intervento che secondo le previsioni dovrà portare ad un recupero totale dell'udito è durato 5 ore ed è andato bene; sono stati messi gli elettrodi e il magnete, la sutura è stata fatta con collanti, la degenza è durata 15 giorni; solo dopo due mesi (il 7 Marzo) è stato collegato l'impianto. Proprio in quel giorno Davide ha sentito i primi suoni, ma la sua reazione è stata negativa e, innervosito, ha strappato i fili.

La fase riabilitativa per il primo anno è stata dura e impegnativa, per due volte alla settimana Davide ha fatto logopedia  all'Umberto I°, in un secondo periodo solo una volta al mese. Ha cominciato portando l'impianto per un'ora soltanto alla mattina, la reazione è stata di pianto e rifiuto, il fastidio per lui non era sopportabile. Non è stato facile convincerlo che tutto ciò avrebbe portato benefici per lui in futuro, solo quando ne ha capito l'utilità è cominciata l'accettazione. I fastidi hanno continuato a manifestarsi, nonostante gli evidenti miglioramenti, Davide si metteva l'impianto per andare a scuola, ma appena usciva di casa lo spegneva.

Scoprendo giorno per giorno il funzionamento dell'impianto, Davide ha imparato ad accettarlo e a gestirselo, ora sa che quando la luce dell'amplificatore lampeggia dopo poco resterà fissa, questo vuol dire che le batterie hanno ancora 10 minuti di autonomia; lui si regola di conseguenza e poi le cambia. Se qualcuno gli tocca l'impianto si arrabbia, dopo varie raccomandazioni è diventato cosciente del fatto che bisogna trattarlo con cura. Lo tiene tutto il giorno, normalmente lo spegne quando è già a letto e si sta per addormentare; a volte quando a scuola si è sforzato più del solito, alla sera lo spegne prima per riposarsi; altre volte lo stacca quando non vuole ascoltare di proposito, ad esempio quando la mamma lo sgrida (furbo!).

Il primo suono che ha sentito è stato un aereo; Davide era in macchina e si è girato guardando in alto. La prima voce percepita bene è stata quella del fratello. Il cominciare a sentire suoni, rumori e voci che catturavano la sua attenzione, ha fatto sì che scattasse in lui la motivazione a tenere l'impianto acceso. Gli ultimi due anni sono stati per Davide e per chi gli è stato vicino "un grosso passo in avanti". Incuriosito, Davide ha voluto sapere il perchè gli altri, non hanno dietro l'orecchio  il magnete con attaccato l'amplificatore; la mamma gli ha spiegato che non sentendo, lui ha bisogno di questo strumento per udire come le altre persone; adesso Davide scherza e dice "io bene perchè ho l'impianto, chi non ce l'ha male".

Davide oggi sente l'80-85%, il suono gli arriva al cervello dopo 2 o 3 secondi, il tempo del passaggio attraverso l'impianto. Sente le gocce dell'acqua, risponde al telefono appoggiando la cornetta sul magnete, ascolta la musica con l'walk-man, risponde al citofono e quando in casa viene chiamato, anche da stanze diverse, risponde. Nelle conversazioni è attento, se non capisce chiede di ripetere le parole, nel caso in cui ancora non le comprende, vuole che vengano scritte. Cerca di parlare con tutti, è passato da frasi del tipo "mamma lavo" a frasi compiute come "mamma mi faccio la doccia". Evita chi non lo capisce, proprio per questo a volte gli vengono crisi nervose.

E' un bambino responsabile, in casa normalmente aiuta, si fa la doccia da solo togliendo il magnete; ha un carattere aperto e non si tira indietro generalmente nelle attività. Due anni fa in una festa di paese ha sentito per la prima volta la musica di un'orchestra, subito si è messo a ballare e da allora si è appassionato e suona l'organino.

Suo fratello ha 15 anni e frequenta una scuola di aeronautica a Forlì. Per motivi di studio durante la settimana non è a casa, ma nel week-end condivide pazientemente il suo tempo con lui, sono affiatati e spesso parlano di aerei, del sole, della luna e di argomenti inerenti.

Davide frequenta l'istituto per sordi "Tommaso Pellegrini" che da qualche anno si è aperto anche all'utenza udente, i suoi genitori non sono intenzionati ad inserire Davide nella scuola Statale (come sarebbe previsto dalla legislazione vigente); hanno valutato la possibilità dell'integrazione ma in fine scelto quella dell'istituto. Davide va a scuola volentieri; le insegnanti specializzate lo conoscono dall'età di 15 mesi, hanno condiviso con lui la difficile convivenza con le protesi e in un secondo momento l'approccio all'impianto; qui è impegnato con esercizi di logopedia e spronato all'ascolto e all'utilizzo del linguaggio, ultimamente ha fatto progressi e sa usare parole diverse. Con i suoi compagni non udenti comunica con il linguaggio dei segni, con chi ci sente interagisce con la voce, è socievole e gioca con entusiasmo.