L'Università di Bologna e gli studenti sordi, strumenti e servizi per la comunicazione e l'apprendimento
Sara Beltrammi e Nicola Gencarelli,
Servizio Studenti disabili Università di Bologna.
Beltrammi:
Essere gli ultimi nel programma non e' stato penalizzante, perché ci ha permesso di mettere in relazione le cose che facciamo con le esperienze che sono state presentate.
Per non scardinare troppo la nostra presentazione vi vogliamo dire due parole sul Servizio per gli Studenti Disabili.
Il Servizio nasce con un'integrazione della legge 17 del 99 che integra la legge 104. Tale integrazione prevede che all'interno dell'Università si nomini un delegato del Rettore che promuova l'integrazione degli studenti disabili favorendo il loro percorso di studi.
Nel 2001 viene nominato il professor Canevaro come Delegato del Rettore per la riduzione degli handicap.
Il Servizio per gli studenti Disabili è un servizio che vive su fondi ministeriali che nonostante l'aumento degli studenti disabili spesso rimangono uguali agli anni precedenti o a volte diminuiscono.
Cosa fa concretamente il Servizio? Semplicemente supporta gli studenti con disabilità in tutto il percorso universitario.
Il nostro servizio e' strutturato, a differenza degli altri servizi disabili italiani, con degli educatori, questa organizzazione ha un perche'. Il Servizio non vuole dare l'impressione allo studente disabile che arriva all'Università di essere in un "paradiso", avendo tutti i servizi che gli servono per soddisfare i propri bisogni senza scontrarsi con la realta', ma vuole alfabetizzare lo studente sulle possibilità istituzionali che il territorio offre rendendolo protagonista del proprio percorso di vita.
Gencarelli:
All'università abbiamo una prospettiva diversa perché non dobbiamo occuparci della persona disabile come paziente, alunno, figlio, utente. Noi ci confrontiamo con la persona disabile come cittadino. Prima l'assessore Bonora diceva che non dobbiamo affidarci al bricolage ma a servizi consolidati, a delle buone prassi. Ma noi non siamo erogatori di servizi standard e, pur essendo alla ricerca di buone prassi che possano assicurare una solida base per la partecipazione degli studenti universitari disabili al percorso accademico, dobbiamo anche saper affidarci alle strategie. Oggi, in questo convegno, di strategie ce ne sono molte: strategie sotto forma di ausili. Abbiamo ausili tecnologie di uso comune come il microfono, il computer, il videoproiettore e ausili specifici come la stenotipia a distanza, l'interprete LIS. Ma da solo, un ausilio non è sufficiente. Una tecnologia necessita di un contesto che la sostenga, la presenza di ausilio promuove gli adattamenti: io, ad esempio, mi mangio le parole e rendo difficile il lavoro della stenotipista e se parlo veloce rendo difficile il lavoro per l'interprete.
Ma la specialità rappresentata dalla presenza di queste due risorse sarebbe prevista anche per un convegno dove non sono previste persone sorde, ma dove comunque persone sorde potrebbero partecipare? Lo chiedo a Luisa?
Zaghi:
Non l'abbiamo mai fatto ma con l'esperienza di oggi credo sarebbe interessante prevedere sempre perlomeno un servizio di stenotipia.
senza togliere nulla anche all'interprete dei segni, pero' credo che un servizio di stenotipia possa essere utile non solo alle persone sorde ma a tante persone che riescono a stare piu' attente con una scrittura di quello che viene detto o che hanno problemi di udito.
Gencarelli:
E' una situazione simile a quella dell'Università: sono due servizi che cerchiamo di dare in una lezione universitaria, immaginate una lezione senza interprete o senza stenotipia sarebbe una lezione assolutamente infruibile perche' la lettura labiale ovviamente non permetterebbe gli stessi risultati.
Il servizio non basta, abbiamo sentito oggi la Frejaville che non basta il servizio, ci deve essere una pedagogia di tutti, non solo quella del bambino sordo, ma della comunità, nel nostro caso la comunità universitaria, docenti che insegnano allo stesso modo da 40 anni, che se non c'è la stenotipia usano la diapositiva e si voltano.
Il nostro punto di vista, il nostro osservatorio è diverso, abbiamo a che fare con studenti che arrivano e ci chiedono servizi. Sono servizi essenziali legati al diritto allo studio.
In questo convegno alcuni relatori hanno espresso la loro opinione riguardo alla scelta o meno della LIS: non entro nel dibattito, non perche' non ho le mie idee, ma perche' la nostra prospettiva e' diversa: abbiamo di fronte studenti che usano la lis e che chiedono di avere l'interprete. Abbiamo studenti che non usano la lis e ci chiedono la stenotipia. Sono servizi che dobbiamo dare.
Beltrammi:
Mi collego al discorso di Nicola. A differenza dei percorsi illustrati stamattina abbiamo visto scelte diverse fatte da genitori, improntate più sul linguaggio verbale, o invece sulla lingua dei segni.
Quando incontriamo uno studente che si vuole iscrivere all'università, è per noi importante sottolineare che e' lo studente il protagonista del proprio percorso e delle proprie scelte. Per aiutare lo studente ha fare una scelta più corretta del corso di studi, guardiamo prima cosa e' stato fatto alle scuole superiori, gli ausili che ha utilizzato, i supporti dati ecc.., e guardiamo al dopo, alla scelta universitaria, alle aspettative lavorative e insieme allo studente vediamo qual e' il percorso da delineare.
Lo studente e' colui che ha in mano il timone, non e' il servizio che dice: devi fare questo percorso.
Noi siamo le persone che aiutano a muovere le vele.
Può capitare durante il percorso dello studente un riorientamento perché ci si accorge che e' stato preso un percorso non in linea con le aspettative.
In questo momento di passaggio dalle scuole superiori all'università facciamo presente anche ai genitori che molte volte, e' difficile il distacco, lasciare allo studente questa capacita' di autonomia, e in questo cerchiamo di accompagnarlo.
Ritorniamo alle nostre slides, quali studenti con disabilita' seguiamo: studenti con disabilità fisiche, sensoriali, psichiche, malattie degenerative, dislessia.
Gli studenti iscritti all'Universita' di Bologna sono circa 92 mila studenti, di cui circa 800 disabili.
Stimiamo una presenza di 57 sordi iscritti nell'ateneo di Bologna mentre sono circa una trentina quelli che si rivolgono al nostro servizio, infatti non possiamo conattare direttamente lo studente disabile che si iscrive ma è lo studente che deve venire da noi. Questa slide riprende un po' quello che dicevo prima.
E' lui che organizza che ci chiede, ci fa presente i propri bisogni, questo è l'approccio che vi raccontavamo prima, sul progetto di vita, l'importanza di considerare un prima e un dopo. Per esempio gli studenti sono in grado di attivare i servizi a seconda dei propri bisogni. Gli studenti con problemi deambulatori per esempio ci chiedono aiuto nel trasporto, ma possiamo anche indirizzarli ad utilizzare trasporti comunali o altri servizi presenti sul territorio come per esempio delle associazioni di volontariato ecc.
Il lavoro di rete caratterizza il Servizio per gli studenti Disabili. Nell'ottica della sussidiarieta' non facciamo tutto, non abbiamo psicologici all'interno del servizio che possono accompagnare lo studente con problemi psichici , ma ci appoggiamo ai servizi della Usl o ad altri.
Il Servizio Disabili ha sede a Bologna ma segue tutti gli studenti iscritti all'ateneo quindi le sedi di cesena, Rimini, Ravenna e Forlì.
Quali sono le difficoltà iniziali degli studenti? Abbiamo visto che e' comune a tutti gli studenti la difficoltà di orientamento nella scelta della facoltà, nel disbrigo di pratiche burocratiche, la frequenza delle lezioni o difficoltà nello studio e nell'integrazione del lavoro di gruppo con gli altri compagni.
Per quanto riguarda l'orientamento cerchiamo di aiutare lo studente a capire com'e' organizzata l'universita' e dei problemi che ci possono essere, come per esempio la difficoltà nel garantire un servizio di interpretariato Lis. Oltre alle difficoltà economiche c'e' il problema di reperimento di figure professionali che sono preparate a tradurre nell'ambito universitario, un contesto che richiede alte competenze, che in altri contesti non sono così necessarie.
Il Sevizio non vuole rispondere solo alle esigenze immediate, ma vuole costruire delle buone prassi che permettano in un futuro di avere meno difficoltà come per esempio per reperimento degli interpreti organizzare corsi di formazione per interpreti. Per questo e' nata una collaborazione con la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Forlì dove e' stato presentato il problema della carenza di figure di questo tipo e abbiamo fatto una proposta; visto che c'e' lo studio di tante lingue verbali come il finlandese, giapponese, perché non inserire un corso opzionale di lingua dei segni.
Abbiamo organizzato un breve corso d'introduzione, per capire l'interesse degli studenti e abbiamo avuto una piu' di cento iscritti. Questo corso ha dato l'occasione a noi e al preside della facolta', di proporre quest'anno, gia' attivo nel prossimo semestre, un corso di Lis 1.
Questo e' l'inizio di un percorso che speriamo porti al master per la formazione di Interpreti LIS come quello che c'è a Trieste.
Gencarelli:
Il nostro lavoro si basa su una prospettiva strabica. Da una parte abbiamo un occhio che va verso il consolidamento di buone prassi, di una cultura e di una società che tengano conto in modo naturale della presenza della diversità, dall'altro dobbiamo rispondere all'emergenza del qui e ora.
faccio un esempio: all'università abbiamo un problema, che riguarda gli studenti non vedenti, dislessici e i motori con disabilità agli arti superiori: il problema dei testi d'esame in versione digitale e quindi accessibile. Ci vengono richiesti in media 300-400 libri all'anno di richiesta: abbiamo attivato un servizio di scansione, procedura lenta, imperfetta e che rappresenta di fatto una risposta all'emergenza, il tentativo di mettere una toppa ad una falla sistemica: non possiamo immaginare che l'accesso all'informazione e alla cultura per un non vedente dipenda da un volontario, da un dipendente dell'Università, da un lavoro straordinario. Dobbiamo pensare nell'ottica della risposta ordinaria: per questo abbiamo in cantiere dei progetti con le case editrici per rendere automatico il processo di produzione testuale accessibile, permettere alle persone disabile di esercitare pienamente il loro diritto di cittadini consumatori. A livello legislativo le cose stanno cambiando favorevolmente su questo tema, bisogna approfittare per creare e consolidare delle procedure efficienti.
Allo stesso modo dobbiamo ragionare per gli studenti sordi. Ora come ora un servizio di stenotipia e di interpretariato Lis sono giustamente molto costoso perché richiedono delle professionalità che meritano di essere valorizzate. Ma abbiamo la possibilità di creare una cultura, e all'università si dovrebbe fare questo, creare una cultura che tenga in considerazione un'utenza allargata, e immettere nel mercato, nelle logiche culturali di mercato, la presenza, la previsione della presenza di una persona con deficit.
Questo possiamo farlo all'universita', attraverso la formazione di interpreti, la sperimentazione sul riconoscimento vocale, questo non ci permette di rispondere adesso, ma di pensare a investire nel futuro.
Un'altra cosa che possiamo fare all'università è fare in modo che lo studente che studia architettura e che facendo il tutor alla pari di un suo collega disabile, incontra la carrozzina, sviluppi l'interesse scientifico e culturale per il tema delle barriere architettoniche.
Così come può fare uno studente di scienze della comunicazione rispetto al tema dell'accessibilità dei mass media per le persone con disabilità sensoriali.
Beltrammi:
La cosa interessante che Nicola diceva prima e' la difficoltà che noi operatori incontriamo è nel sensibilizzare i docenti a svolgere una didattica per tutti in modo che non si pongano il problema solo quando ha di fronte uno studente con disabilità, ma bisogna iniziare a pensare ad utilizzare di più metodologie che sono d'aiuto sia per gli studenti disabili, ma anche per tutta la popolazione studentesca.
Per esempio l'uso della stenotipia, in presenza o a distanza, può essere utile non solo allo studente sordo ma anche allo studente straniero che legge il sottotitolo, oppure lo studente che è fuori sede e che non può frequentare le lezioni, è utile anche per il docente che tiene traccia di tutte le lezioni e può fare delle dispense da mettere on-line.
Molte volte invece vediamo dei docenti un pò di ostilità rispetto al cambiamento per esempio abbiamo fornito a una studentessa la stenotipia a distanza durante le lezioni. Il docente ha accettato questo servizio ma ha detto alla studentessa "mi raccomando non diffondere questo materiale agli altri studenti se no non ti faccio passare l'esame" questo per paura di non avere studenti a lezione. Bisogna ribaltare la visione dell'accessibilita' delle lezioni.
Inoltre abbiamo fatto una sperimentazione d'Interpretariato LIS a distanza per cercare di abbattere i costi di reperibilità degli interpreti. Per esempio questa strumentazione potrebbe essere usata non solo per gli studenti sordi ma anche per persone allettate che sono a casa, che non possono arrivare all'università. L'interpretariato LIS a distanza ha bisogno di due televisioni e due telecamere connesse a internet che permettono di mettere in collegamento l'interprete a casa e lo studente a lezione. Nella prima foto vedete due studenti a lezione che vedono l'interprete nella televisione e nell'altra foto vedete la telecamera che riprende l'interprete.
In questo modo come la stenotipia a distanza, si abbattono i costi di spese di trasporto e si ha una più ampia possibilità di scegliere interpreti professionisti per offrire questo tipo di servizio.
Gli altri servizi che vengono offerti sono: il tutorato alla pari, uno studente iscritto all'università, partecipa a un bando e si mette a disposizione nel supportare gli studenti disabili nel percorso di studio come per es. l'accompagnamento a lezione di studenti non vedenti o supporto nello studio. Per esempio per gli studenti sordi potrebbero servire delle spiegazioni su alcuni passaggi difficili o un orientamento all'interno della facoltà per compilare il piano di studi.
Da qualche anno abbiamo attivato il tutorato alla pari di uno studente sordo già laureato che ha un suo vissuto all'interno dell'università. Questo tutor sordo è di lingua madre LIS e quindi può trasmettere più facilmente agli altri studenti sordi il suo vissuto, quali sono state le sue difficoltà e le strategie che ha adottato durante il percorso. Un altro servizio che offriamo è un tecnico della comunicazione, che ha competenze in LIS e può aiutare lo studente nella metodologia di studio. Inoltre da qualche anno, insieme a Asphi abbiamo organizzato un ambiente dove gli studenti sordi e gli studenti con altre disabilità, possono conoscere tecnologie come software, laccia induzione ecc. che possono essere utili nello studio e in un futuro inserimento lavorativo.
Gencarelli:
All'Università la competenza linguistica sull'italiano è fondamentale, a volte incontriamo studenti sordi che faticano a scrivere una e-mail.
Questa ovviamente è una difficoltà difficilmente recuperabile nel percorso universitario: anche perchè i docenti pretendono un italiano corrette e se devo scrivere una tesi devo avere competenze linguistiche.
Questa è una delle più grandi difficoltà che incontriamo anche con studenti motivati, studenti che hanno bellissime idee di tesi ma che non riescono a utilizzare un italiano sufficientemente corretto per essere accettato da un professore universitario.
Beltrammi:
Quando gli studenti sordi si iscrivono all'Università arrivano da percorsi diversi per cui non si può parlare di servizi standard ma ogni studente ha il proprio percorso, le proprie difficoltà, bisogni, che devono essere valutati individualmente per cui gli operatori del servizio valutano tutte le esigenze degli studenti disabili e insieme a loro, individuano un percorso possibile con l'attivazione di strategie individualizzate.