Metodo orale
Metodo orale
Nell'ambito della scelta oralista, si sono sviluppate nel tempo metodiche differenti che però hanno in comune la caratteristica di escludere, nell'educazione al linguaggio parlato e scritto, qualsiasi uso dei segni. Queste puntano da una parte all'allenamento acustico, per aiutare il sordo ad utilizzare al massimo i suoi residui uditivi, dall'altra al potenziamento della lettura labiale, su cui si basa la comunicazione.
L'intervento logopedico si focalizza su alcuni punti: la diagnosi precoce, l'esatta valutazione del deficit, l'immediata protesizzazione, la collaborazione della famiglia nell'intervento logopedico, l'integrazione nelle scuole normali. (A. De Filippis, 1998).
La metodologia orale qui esposta fa riferimento al " Nuovo manuale di logopedia" di A. De Filippis del 1998. Le strategie educative hanno come obbiettivo lo sviluppo e la maturazione del linguaggio del bambino sordo, il più possibile simile alla norma.
Nel periodo compreso dalla nascita ai 2 anni, dopo un'adeguata protesizzazione, si passa alla stimolazione sonora (allenamento acustico) che deve essere intensa ma non ossessiva. Ad ogni risposta positiva manifestata alla percezione di un suono, il bambino deve essere gratificato adeguatamente. Dall'educazione acustica scaturisce la prima fase dell'evoluzione del linguaggio, cioè l'emissione di suoni vocalici e consonantici (lallazione). E' importante che il bambino sia attento nel guardare le labbra di chi parla e in contemporanea, la sua manina deve essere posta sulla laringe in modo che percepisca le vibrazioni. L'educazione sonora-verbale ha inizio con l'utilizzo di esercizi-gioco allo scopo di:
a) acuire la sensibilità uditiva;
b) portare il bambino a distinguere parole e fonemi;
c) comprendere le frasi e cogliere le inflessioni, le interrogazioni e le esclamazioni riproducendone timbro, melodia e ritmo.
Questo tipo di stimolazione porta il bambino dagli 8-10 mesi fino ai 20-22 mesi a utilizzare le prime parole (mamma, papà, versi di animali, etc).
Dai 2 ai 3 anni il sordo protesizzato e educato precocemente lavora con il logopedista sull'intensificazione della conversazione quotidiana. Ad esempio: si possono utilizzare fotografie che riprendono momenti e ambienti significativi per il bambino, in modo da stimolarlo a osservare, a chiedere, a dire.
Il bambino è in grado di iniziare a imparare a leggere fin dai 2-3 anni di vita. Nel sordo l'insegnamento della lettura ha lo scopo di:
a) puntualizzare la chiarezza dell'articolazione;
b) arricchire il vocabolario;
c) maturare il livello della comprensione del linguaggio parlato;
d) favorire l'esposizione orale e scritta;
e) porre le basi per una buona cultura. L'insegnamento della lettura nel sordo necessita di una preparazione di base, percettiva, visiva, acustica, tattile. Attraverso esercizi sotto forma di gioco praticati per 2-3 mesi si inizia la lettura. Quando il bambino è in grado di leggere parole con 2 o 3 fonemi si inizia il lavoro per la comprensione della lettura. Per esempio si possono costruire delle letterine in legno, le consonanti dipinte in blu e le vocali in rosso; si presentano al bambino le 5 vocali, si fanno manipolare, si sistemano in fila davanti a lui e lo si invita a ripeterle e a indicarle. Si richiedono dicendo: dammi "a", dammi "o" (e non mai dammi la "a"). Quando il bambino dà tutte le vocali senza incertezze, si passa a farle leggere.
Dai 3 ai 5 anni è importante portare il bambino ad interiorizzare, comprendere e verbalizzare il significato delle parole usate; gli argomenti utili per questo lavoro possono essere: classificazioni e associazioni, stagioni e aspetti della natura, mestieri, negozi, cibi, i numeri, le qualità delle cose.
Generalmente a 5 anni circa può iniziare la fase della scrittura che segue le fasi della lettura: vocali, dittonghi, consonanti, ecc.
Nella scrittura, si procede come nella produzione orale, si fanno delle domande che sollecitano l'utilizzo di un soggetto e di un verbo, a cui affiancare gradualmente gli attributi e i complementi, sempre differenziati da un colore diverso, per facilitarne la memorizzazione. Nel metodo orale viene data molta importanza a tre elementi:
- strumenti tecnici di ausilio nella riabilitazione;
- ruolo della famiglia, soprattutto della madre, nel processo di rieducazione al linguaggio verbale;
- la necessità che il bambino sordo frequenti esclusivamente gli udenti, sia a scuola, che in altri contesti.
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