Trattamento
Il tipo di trattamento rivolto al soggetto sordo si lega strettamente, oltre che alla tipologia specifica del deficit, anche alla considerazione dell'handicap che da questo può derivare. Infatti, se ci si riferisce al bambino sordo si può distinguere fra "deficit", inteso come lesione biologica permanente del canale uditivo, ed "handicap" inteso come conseguenza del "deficit" stesso in campo socio-comunicativo, ovvero la precoce esclusione del sordo dai modelli di comunicazione e socializzazione dei bambini udenti o una loro utilizzazione non corretta.
In riferimento a queste possibili modalità di considerare la sordità vengono costantemente attivati per il bambino sordo due modelli di intervento: uno di derivazione medica, centrato sul tentativo di "diminuire" o "guarire" il deficit (intervento medico-chirurgico-protesico), l'altro di derivazione socio-pedagogica tendente a fornire corretti modelli di comportamento e comunicazione atti ad iniziare un processo di facilitazione alla risoluzione dell'handicap per il bambino sordo. Essi difficilmente sono contemporanei e correlati e, assai spesso, il primo modello prevale per lungo tempo sul secondo che viene via via rinviato. (A. Canevaro, E. Cocever, F. M. Reggiani,1980)
Lo schema qui esposto ha come fine il chiarimento di questi concetti.
Modelli d'intervento sul bambino sordo
(M. Facchini, G. Guidicini, 1978, p. 120)
Handicap: esclusione dal campo sociale e comunicativo degli udenti.
Logica di trattamento
Riabilitazione: modelli sociali, culturali e comunicativi per facilitare il superamento e l'aggravarsi dell'handicap.
Deficit: lesione biologica del canale uditivo.
Logica di trattamento:
Guarigione: modelli di intervento medico-chirurgico o protesico sul deficit.
Nella maggior parte dei casi i diversi tipi di trattamento necessariamente devono intrecciarsi tra loro. Nello specifico è possibile approfondire i seguenti:
Protesi
Parlando di protesi acustica è opportuno specificare che, se in generale il termine "protesi" indica qualcosa che sostituisce un organo, in campo acustico viene normalmente usato per indicare quegli apparecchi elettronici miniaturizzati, che ricevono, amplificano e ripropongono i suoni, con la minima distorsione possibile, a soggetti con problemi di sordità. Quindi anche se nel linguaggio comune non viene fatta questa differenziazione è bene tener presente che parlando di protesi acustiche si intende indicare gli ausili o strumenti acustici.
Impianto cocleare
L'impianto cocleare (I.C.) non è una protesi acustica, ma è un dispositivo elettronico molto sofisticato, in grado di sostituire la coclea (detta anche Organo delle Corti). L'IC serve a quelle persone, bambini o adulti nati o diventati sordi, con una perdita uditiva totale o profonda in entrambi gli orecchi e che mediante l'uso di protesi acustica non ricevono sufficiente beneficio. Anche di fronte a una grave o totale distruzione delle cellule deputate alla ricezione degli stimoli sonori, con l'impianto le informazioni acustiche trasformate in stimoli elettrici, vengono inviate direttamente al nervo acustico e da questo al cervello, grazie agli elettrodi impiantati nella coclea. L'impianto è formato da una parte esterna e da una interna, impiantabile chirurgicamente sotto cute. (www.sordita.com/sordita_infantile).
Logopedia
I disturbi della voce, della parola e del linguaggio, colpiscono sia il bambino che l'adulto; il logopedista (dal greco logos-paideuo = linguaggio-educo, correggo) è un tecnico della riabilitazione, che ha il suo oggetto specifico nella cura del linguaggio, utilizza metodiche e accorgimenti rispettando la singolarità di ogni caso. Il linguaggio permea la vita dell'uomo; esso infatti non è solo espressione verbale, ma anche comprensione, pensiero, messaggio scritto, lettura, comunicazione, condizione imprescindibile nei rapporti umani.